1) Cos’è la motricità fine?

La motricità fine è la capacità di svolgere gesti minuziosi e precisi in modo coordinato e prestabilito. Essa risulta essere di vitale importanza per lo sviluppo cognitivo, motorio e affettivo dell’uomo. 

Per il bambino, riuscire a compiere un compito affidatogli in modo efficace ed efficiente, rappresenta una meta raggiunta e motivo di incremento della propria autostima, il ché lo renderà più sociale, empatico e sicuro di sé, pronto ad affrontare nel migliore degli atteggiamenti la successiva sfida.

2) Quanto è importante?

Migliorare la coordinazione motoria è propedeutico all’ottenimento del controllo manuale per la scrittura e, perciò, di un mezzo attraverso il quale potrà dar voce ai propri sentimenti e pensieri. La stessa creatività è subordinata alla padronanza di quel gesto scelto perfettamente per quel momento, per quel fine. 

Essere in grado di controllare come si vorrebbe il proprio corpo ci permette di essere maggiormente radicati nel presente e consente l’espressione di noi stessi in modo sincero e libero da ogni ostacolo. 

L’esercizio continuo per lo sviluppo di una maggiore motricità aiuta il bambino, piano piano, a padroneggiarsi meglio nello svolgimento delle attività quotidiane senza il supporto dei genitori. Il piccolo, acquisisce, dunque, una crescente autonomia che lo proietta ad essere un ometto con responsabilità e doveri. 

Non per ultimo, il grado di libertà infantile concede maggior spazio alla mamma e al papà che, invece di investire risorse attentive ed energetiche supportando il bimbo in compiti che potrebbe far da solo, possono dedicarsi del tempo per sé stessi che spesso manca finendo per essere dei genitori alienati, stanchi, depersonalizzati, frustrati e insoddisfatti della propria esistenza. 

Muovere oggetti di piccole dimensioni e scivolosi, far percorre un tragitto tortuoso ad una biglia ed essere in grado di controllare ogni cosa con cui il bimbo vuole giocare per conoscere, rappresentano per il cucciolo d’uomo alcuni piccoli traguardi che lo divertono e lo fanno sentire sempre più capace, sempre più bravo, e più giusto in questo mondo che ogni giorno lo mette di fronte ostacoli da superare e noi, per questo motivo, dobbiamo preparare i nostri bimbi a vincere ogni sfida e non fermarsi mai.

3) Cosa può fare l’osteopata?

L’osteopata può incoraggiare la normalizzazione di disfunzioni posturali per cause meccaniche-strutturali, viscerali o cranio-sacrali che impediscono al bambino di potersi concedere la gioia di conoscere ed esperenziare.
Ricordiamoci che il nostro cervello possiede una plasticità disumana e grazie agli stimoli interni ed esterni è in grado di creare nuovi percorsi nervosi che saranno la base di processi cognitivi che permetteranno al futuro uomo di svolgere compiti ed attività intellettive e manuali che altri suoi pari, meno stimolati in età infantile, non saranno in grado di compiere.

E’ fondamentale perciò eliminare ogni forma di impedimento che possa dissuadere il piccolo dal prendere gli oggetti, correre, saltare, scivolare e fare qualsiasi cosa lui voglia. Il gioco è importantissimo perché permette all’infante di relazionarsi con gli altri e di vivere dinamiche essenziali che sono alla base dello stato civile. Proprio queste relazioni umane consentiranno lui di crescere mentalmente e modificare i propri comportamenti per poter essere sempre in grado di fondersi con la società e carpire tutto quello che di buono e di brutto c’è all’interno di essa.

Un bambino isolato, con impedimenti fisici e caratteriali non potrà scontrarsi con la realtà perché non la vive ma la immagina e la demonizza, la elabora a suo modo e questo è molto pericoloso per una fisiologica crescita.

4) Il consiglio dell’osteopata per i genitori

Fate giocare i vostri bambini e quando si faranno male curateli per poter permettere loro di continuare ad esperenziare. Non tralasciate nulla come genitori. Ricordatevi che vostro figlio non è grande abbastanza per potersi lamentare del fatto che non flette piu’ un polso, dovrete essere bravi voi ad accorgervene o, quanto meno, consultare un professionista in grado di diagnosticare il problema.